Appello al Sindaco di Spoleto e ai Sindaci della Valnerina

Appello al Sindaco di Spoleto e ai Sindaci della Valnerina

Pubblicità
Pubblicità

❌APPELLO AI SINDACI, INVIATO ALLA STAMPA E A TUTTE LE SEGRETERIE DEI SINDACI DEL TERRITORIO ❌

La sopravvivenza di questo vasto territorio dei Comuni interessati dalla vallata spoletana e della Valnerina passa attraverso un ricorso urgente al TAR per salvare il San Matteo degli Infermi dalla più disastrosa opera di (dis)integrazione mai operata tra due Ospedali.Un piano di integrazione che è stato realizzato dall’alto senza ascoltare i territori e soprattutto basato su numeri che, carte dell’accesso agli atti alla mano, non tornano nella realtà dei fatti. Un piano di integrazione che doveva prevedere l’emergenza-urgenza a Spoleto e non a Foligno, sia perché rappresentiamo un punto baricentrico per tutte le popolazioni servite dal nostro Distretto, sia perché Spoleto e Valnerina hanno una popolazione con l’età media più alta dell’Umbria, con enormi problemi di spostamento in caso di emergenza, dovuti non solo all’età ma anche alla conformità orogenetica del territorio. Un distretto sanitario la cui sede, per il Sindaco di Foligno fin da Marzo, è ormai già scontata, sarà Foligno, nonostante non via sia stato alcun tavolo di confronto con i comuni del territorio.

Oggi l’Ospedale di Spoleto è passato da 8 a 4 piani di degenza, dimezzando di fatto le possibilità di ricovero; oggi l’Ospedale di Spoleto sarebbe addirittura al 50% del personale rispetto alla situazione pre-Covid; oggi l’ospedale di Spoleto di fatto non ha più una cardiologia (cosa gravissima per una Dea di I Livello); oggi Spoleto è oggetto di “sperimentazione” dell’Ospedale di comunità – con soggetti che potevano essere curati dal medico di famiglia o in altra struttura – addirittura con posti letto inseriti all’interno dell’Ospedale (unico caso Umbria, e soprattutto i posti di comunità interni all’Ospedale sono previsti solo nei casi di Ospedali “convertiti”, cosa che ad oggi Spoleto non è, o ci sono altre “novità” che la Regione ha in serbo per noi?), con ulteriori 20 posti letto “rubati” ai pazienti realmente bisognosi di cure, rappresentando così un ulteriore scadimento della qualità del servizio sanitario locale.

Un piano di integrazione che, come denunciato dagli stessi sindacati, si limita a fare l’elenco delle specialità che vengono assegnate senza indicare i volumi di attività previsti, i bacini di utenza, gli investimenti per le tecnologie necessarie e le dotazioni organiche degli specialisti e degli operatori necessari per garantirne il funzionamento.

Il punto nascite infine rappresenta il fulcro di una riorganizzazione pensata male e non rispettosa di questo territorio, ma ribadiamolo ancora: esso è un punto fondamentale per definire come tale un Ospedale Dea di I livello, e infatti con la sua presenza vengono anche garantiti ai massimi livelli ginecologia, pediatria e cardiologia h24, cosa che ad oggi ci è stata completamente tolta.

Il punto nascite e la pediatria garantiscono il diritto alla salute e alla vita delle mamme, dei bambini e dei nascituri di questo vasto territorio, che più di altri ha bisogno di mantenere dei servizi essenziali per le famiglie al fine di contrastare o quantomeno rallentare lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione: ed è incredibile come neanche i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto molti dei loro concittadini, abbiano ancora scosso le menti dei nostri massimi rappresentanti politici nel territorio, i Sindaci, per alzarsi subito dalla poltrona e ricorrere al TAR per avere uno strumento in più non solo per difendere giuridicamente la salute dei propri cittadini (che dovrebbe essere il primo obiettivo di un Sindaco, in quanto egli rappresenta, secondo ex art. 13, co. 2 della legge n. 833/1978, “l’autorità sanitaria locale responsabile della salute dei cittadini”), ma anche uno strumento importante da porre sul tavolo politico delle trattative con la Regione.Il tempo stringe.

E’ possibile fare ricorso al TAR infatti entro il 10 di Gennaio, dopodiché a livello giuridico potrà essere fatto solo un lungo e tortuoso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, perciò la via più utile, spendibile politicamente e rapida è quella del ricorso al TAR. Dopodiché non resta che il confronto politico che si potrà avere – alla presenza si speda di più cittadini e associazioni possibili – 12 Gennaio al Consiglio Comunale aperto di Spoleto, ma pensare oggi che l’Assessore Coletto o la Presidente Tesei, dopo tante promesse mancate, vengano “fulminati sulla via di Damasco” tornando indietro sulle proprie decisioni restituendoci quanto tolto, non solo sarebbe un miracolo ma ormai è un puro esercizio di fanta-politica.Noi crediamo che ogni Sindaco voglia lasciare un proprio segno nel miglioramento del benessere collettivo della propria città e del proprio territorio: ma quale Sindaco vuole passare alla Storia come colui che ha avallato o assistito impotente allo smantellamento del proprio Ospedale e dei servizi sanitari da cui dipendono la vita dei propri cittadini?

Noi crediamo ancora nelle vostre coscienze: portate avanti il ricorso al TAR.